L’evoluzione della filiera Parmigiano Reggiano nel 2020

Il 2020 è stato un anno di grandi incertezze legate alla pandemia e ad un mercato con grandissime oscillazioni delle quotazioni. Nonostante tali incertezze l’evoluzione della filiera ha proseguito verso la traiettoria disegnata negli ultimi anni: più latte e meno imprese, alla ricerca di qualità ed efficienza. Il lavoro dell’Ufficio Piano Regolazione Offerta consente di riportare nelle seguenti tabelle il dettaglio, per zona altimetrica e per sezione, di quanto accaduto nel 2020.

La produzione di latte trasformata in Parmigiano Reggiano ha sfondato la soglia dei 20 milioni di quintali (+4,1%), coinvolgendo tutte le provincie e le zone altimetriche.

La base produttiva ha visto la riduzione dei caseifici attivi di 6 unità arrivando a 319 caseifici, ma ancor più rilevante è la riduzione degli allevamenti di 99 unità, portando il “parco stalle” a 2.600 unità.

L’effetto combinato del “più latte e meno stalle” ha prodotto il sensibile aumento della dimensione media delle stalle, giunta a 7.730 q.li (+8,1% in un solo anno!). Tale dato è un indicatore medio che riflette realtà molto diversificate tra zone altimetriche (pianura vs montagna) e province: si passa dalle stalle mantovane con una media aziendale annua di 10.400 q.li ai 4.000/4.400 q.li della montagna comprensoriale.

Ma il fatto che più importa è che in questa fase evolutiva, a differenza di altre del passato, non ci sono velocità diverse. La ristrutturazione del modello, pur partendo da condizioni di base differenti, coinvolge tutte le aree. Nei prossimi anni questo ciclo di “ristrutturazione” del modello Parmigiano Reggiano arriverà a un nuovo equilibrio; un equilibrio indispensabile per affrontare le sfide delle nuove sensibilità del cittadino/consumatore, dal benessere animale all’uso dei farmaci, alle sfide della sostenibilità, il tutto mantenendo intatte le risposte alle aspettative di qualità e distintività legate al prodotto.

Clicca sul file qui sotto per consultare i dati 2020: